Un silenzio irreale ha avvolto lo stadio di San Siro pochi istanti prima del fischio d’inizio del derby di Coppa Italia tra Milan e Inter. Le curve, solitamente teatro di cori assordanti e colori accesi, si sono ammutolite per rendere omaggio a una figura che ha segnato la storia del nostro tempo: Papa Francesco. La sua scomparsa, avvenuta lunedì, ha colpito profondamente non solo il mondo cattolico, ma anche quello dello sport e della società civile.
Le squadre, riunite al centro del campo, si sono strette in un minuto di raccoglimento carico di emozione. I giocatori hanno al braccio una fascia nera in segno di lutto, un gesto semplice ma potente che ha unito idealmente i ventidue uomini in campo, lo staff tecnico, i dirigenti e le decine di migliaia di tifosi presenti sugli spalti.
Sul maxischermo dello stadio sono apparse immagini significative di Papa Francesco: il suo sorriso, i suoi incontri con i giovani, le sue parole di pace e speranza. Ogni scatto, ogni fotogramma, sembrava parlare direttamente al cuore dei presenti, risvegliando ricordi, riflessioni e una commozione palpabile che ha superato ogni fede e appartenenza.
È stato un momento di rara intensità, in cui anche il calcio si è fermato per rendere omaggio a un uomo che ha saputo dialogare con tutti, credenti e non. San Siro, tempio del pallone, si è trasformato in una cattedrale laica dove il sentimento collettivo di perdita e gratitudine ha trovato voce nel silenzio. Il derby è poi iniziato, ma lo spirito della partita è rimasto segnato da quell’istante solenne.