Non c’è proprio pace per Milan e Inter per quanto riguarda la questione nuovo stadio.
I due club erano finalmente riusciti a trovare una quadra e una sintesi comune d’intenti sull’idea dell’acquisto dell’attuale Giuseppe Meazza e dei suoi terreni adiacenti, portando all’attenzione del Comune di Milano una concreta proposta di acquisto.
Nella giornata di ieri, tuttavia, la Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo di indagine sulle modalità e sulle cifre relative alla vendita agitando opinione pubblica e cittadini. Cos’è successo? E come sta rispondendo il sindaco Sala?
L’APERTURA DELL’INDAGINE – Come riportato dal Corriere-Milano la Procura di Milano ha aperto un’indagine esplorativa sulla vendita dello stadio di San Siro a seguito della denuncia presentata da Luigi Corbani, presidente del comitato “Si Meazza” e vicesindaco della città negli anni Ottanta. Al centro dell’indagine, i presunti danni erariali che potrebbero esserci dalla vendita dello stadio, anche se il fascicolo, al momento, non ha iscritti né indagati né ipotesi di reato. L’apertura del fascicolo, seppur un atto dovuto per via dell’esposto, potrebbe rendere più complicato il passaggio dell’operazione, con una pattuglia di maggioranza non proprio accomodante con la vendita.
SALA RISPONDE – Oggi, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha risposto senza mezzi termini alle domande sull’indagine della Procura:
“Diciamo le cose come stanno, stiamo parlando di un modello 45, cioè il registro di atti non costituenti notizia di reato. Si parla de prezzo a cui venderemo San Siro. Punto uno: la valutazione l’abbiamo fatta fare all’Agenzia delle Entrate, quindi un organismo dello Stato. Non so a chi altro avremmo potuto farla fare… non so, chiedevamo alla Nasa? Oggettivamente più dell’Agenzia delle entrate non c’è nessuno titolato. Detto ciò, credo che chiederemo un incontro a Corte dei Conti e Procura: sarebbe utile avere anche l’Agenzia delle Entrate, che ha fatto la valutazione”.