Poco fa, ai nostri microfoni ha parlato Nicola Mora, ex giocatore di tante importanti squadre italiane. Nato nel 1979, ha iniziato la sua carriera nel settore giovanile del Parma, per poi giocare in diverse squadre italiane, tra cui Bari, Napoli e Torino. Difensore duttile e con una buona esperienza nei campionati di Serie B e C, Mora ha concluso la sua carriera nel calcio professionistico nei primi anni 2010. Dopo il ritiro, si è dedicato ad altre attività legate al mondo del calcio.
Queste le parole di Nicola Mora ai microfoni di Calciobox:
Cosa si prova a calcare il prato dell’allora Stadio San Paolo e come vede la partita di sabato tra Napoli e Inter?
Sicuramente calcare quel prato è un’emozione, un’emozione particolare, perché la tifoseria napoletana è qualcosa di diverso da tutte le altre tifoserie. Io ho avuto il piacere di giocare anche in altre due piazze molto calde, come quelle di Torino e Bari. Nonostante questo, come ti trascina e ti trasporta l’ambiente del Maradona ed il popolo napoletano è qualcosa di unico.
Per quanto riguarda la sfida di sabato, questa sarà sicuramente una partita importante ma non decisiva ai fini del campionato; mancano ancora 11 partite e credo che il distacco tra Napoli, Inter e Atalanta non sia tale da poter dire che Napoli – Inter sia una partita decisiva. Ripeto, sicuramente sarà una partita importante, ma che poi vedrà il susseguirsi, come dicevo prima, di 11 partite e di uno scontro diretto tra la stessa Inter e l’Atalanta. Mi aspetto una partita importante da parte del Napoli, una partita di carattere, che possa riscattare le prestazioni opache contro Como, Udinese e Roma.
Quale modulo sceglierà Antonio Conte, il 4-3-3 o il 3-5-2?
Credo che recuperando Spinazzola e Oliveira il Napoli possa tornare con la difesa a quattro, anche perché è il modulo che ha portato il Napoli ad essere, fino a pochi giorni fa, prima in campionato. Con questo modulo, il mister aveva trovato equilibri e solidità, ed era riuscito anche a trovare degli automatismi importanti in fase di attacco. La squadra di Conte era stata abbastanza sterile e vinceva le partite di misura fino a gennaio, ma da lì in poi, era riuscita a trovare anche la quadratura in fase offensiva, diventando molto più prolifica, sia sotto l’aspetto del gioco, divenuto più fluido, sia sotto l’aspetto realizzativo, con più goal. Logicamente perdendo Spinazzola, Oliveira e soprattutto Neres, il Napoli è stato quasi costretto a cambiare modulo e ad inserire Raspadori come seconda punta, suo ruolo naturale. Ricordiamo che Raspadori è stato dichiarato incredibile, a gennaio, da Antonio Conte.
In conclusione, penso che il Napoli tornerà al suo modulo originario, ossia il 4-3-3, cercando però di non escludere il suo miglior giocatore di questo periodo, ossia proprio lo stesso Raspadori. Sono veramente curioso di vedere come scenderà in campo il napoli sabato, ma sono certo che la difesa tornerà ad essere a quattro, anche perché giocare a specchio contro la squadra di Inzaghi vorrebbe dire spendere molte più energie, cosa che il Napoli non può permettersi di fare.
Avendo giocato al Torino, cosa pensa delle attuali contestazioni contro Urbano Cairo? Come si può uscire da una situazione del genere?
A parer mio, l’unico modo per ricucire gli strappi e sicuramente quello di portare a casa dei risultati convincenti. Al Torino serve vincere e questo servirebbe anche a ricompattare l’ambiente circostante. Ricordiamo che a inizio stagione, prima dell’infortunio di Zapata, la squadra granata stava facendo un grande campionato. L’assenza di questo giocatore ha poi destabilizzato tutto lo spogliatoio, che ha perso quel riferimento sia in fatto di goal, sia in fatto di terminale offensivo, che non è più riuscito a colmare pur avendo ottimi giocatori tra le riserve. Poi il calcio è bello, è bello ma è anche strano, ed è per questo che una squadra prima girava bene e improvvisamente non gira più.
Vanoli che sembrava star facendo tutto perfettamente, all’improvviso non è più bravo. Questo dimostra come, anche la piazza di Torino sia una piazza molto gloriosa e abituata a vincere, ad avere una storia importante e quindi stanca di vedere dei campionati ambigui o comunque sotto le aspettative. Il Torino può e deve ambire ad arrivare in Europa e sicuramente il presidente negli ultimi anni ha fatto cose buone. Ultimamente non sta riuscendo più quello che magari vorrebbero dei tifosi e quindi è logico che ci siano contestazioni. Credo anche però, che i tifosi in questi momenti dovrebbero abbandonare un pochettino le critiche verso la società e concentrarsi nel sostenere la squadra, perché non ho mai visto nessuno, né presidente, né direttori, né allenatori, pensare a far andar male la propria squadra in maniera volontaria. Credo quindi che si stia cercando di trovare la soluzione giusta per riconsegnare ai tifosi del Torino e alla città di Torino una squadra con i giusti criteri di gioco e con i giusti risultati sul campo. Il Torino ha nelle proprie corde un buon organico, un organico che, ripeto, gli può permettere di competere contro le più grandi. Io l’ho vissuto sulla mia pelle ed è per questo che descrivo in maniera così calorosa questa città e i tifosi che vivono in questa città.
Lei ha contribuito alla rinascita del Napoli, soprattutto dopo il fallimento, cosa provò al tempo?
Aver vestito la maglia del Napoli, ed aver vinto a Napoli, ed essere ancora ricordato con piacere dal popolo napoletano e sicuramente qualcosa che mi rende fiero ed orgoglioso.