Marcel Desailly, ex centrocampista francese con una gloriosa carriera alle spalle condita da vittorie in Champions League, Serie A, Ligue 1,Supercoppa Europea e Europeo,Mondiale e Confederations Cup con la nazionale francese, ha parlato ai microfoni di Sky Sport Insider del Milan, squadra dove ha militato dal 1993 al 1998 e alla quale è rimasto molto legato.
Sulla stagione del Milan:
“Sono deluso. Il Milan oggi è un mix di tanti problemi diversi. La stagione è iniziata male da subito, poi c’è stato un momento in cui si poteva sperare in una ripresa, ma in breve tutto l’ambiente si è accorto che questa squadra non ha abbastanza leadership al suo interno per poter competere. Il Milan al momento è nono, giusto? Ecco, davanti a sé ha tutte squadre con un’organizzazione e una filosofia ben precise”.
Quale squadra la ha colpita di più?:
“Penso all’Inter e al lavoro fatto da Inzaghi. Con il suo 3-5-2 hanno impiegato anni per assimilarlo, ma oggi giocano a memoria. Credo che il Milan non sia da meno come talento individuale, ma pecca nella chimica di squadra”.
Sull’’avvicendamento tra Fonseca e Conceicao:
“L’arrivo di Conceicao non ha prodotto grandi cambiamenti, la vittoria in Supercoppa ha creato delle aspettative che poi non sono state rispettate. Pensavo potesse essere il profilo giusto per valorizzare il talento all’interno della squadra, ma non è stato così. Finora è stata una stagione deludente, ma la speranza è che il Milan torni presto a essere competitivo”.
Su Joao Felix:
“Un ragazzo di grande talento, senza dubbio. Ma non ha ancora trovato la sua realtà: è stato al Chelsea, all’Atletico Madrid, ora al Milan, senza fare grandi numeri e senza lasciare un forte ricordo. In questo momento della carriera avrebbe bisogno di un club con una filosofia ben definita, come potrebbe essere il Paris Saint-Germain, per esempio. Una squadra con un’identità, che lo possa mettere al centro del proprio progetto e a suo agio in modo da poter sprigionare il suo potenziale, che ancora non abbiamo visto. Quello che gli manca non è la tecnica quanto il carattere, non mi pare un leader. In questo momento non è ciò che serve al Milan, non ha la forza mentale per risollevare i rossoneri. Ma vale anche il contrario”.
Su Maignan e Theo:
“Sono due giocatori di spessore internazionale, con la Francia di recente hanno fatto grandi cose. Maignan è titolare fisso, mentre Hernandez è tenuto in grande considerazione dal Ct Deschamps nonostante la concorrenza in quel ruolo. Come detto prima, non credo sia un problema dei singoli. Il Milan ha tanti buoni giocatori che purtroppo non si completano a vicenda: Leao, Abraham, Pulisic, Gimenez, Reijnders. Tutti di qualità, ma nessun vero leader, nessuno che spicca per personalità. Al Milan serve questo. Insomma, non credo sia un problema di Maignan e Hernandez. Spero di vederli ancora in rossonero l’anno prossimo e magari fare una grande stagione in Champions League. Dopo gli investimenti fatti dalla società sarebbe molto importante arrivarci”.